Composta da due capitoli teorici che si occupano del genere, rispettivamente nell’accezione di genree di gender, la sezione iniziale cerca di fornire, in prima istanza, lo stato dell’arte della tradizione critica sulla letteratura rosa e le coordinate principali di riferimento per comprendere lo statuto del rosa; mentre d’altro canto, la stessa tenta di restituire la portata simbolica della necessità di legittimazione e affermazione della propria soggettività che le autrici hanno provato, e il valore della scrittura di romanzi rosa –limitando quindi i riferimenti del discorso, altrimenti vastissimo, alla questione in esame–, e infine il legame tra tale produzione e il suo proposito di dare un contributo all’edificazione di un’identità nazionale e dunque alla formazione delle cittadine italiane.
Trattandosi di un campo di studi estremamente fecondo e variegato, si è scelto di circoscrivere l’analisi a un nucleo di esperienze letterarie limitate ma al tempo stesso significative, raccolte nella seconda sezione della ricerca: lo studio è stato quindi condotto su un corpustestuale ritenuto rappresentativo, composto esclusivamente da romanzi licenziati da autrici italiane tra il 1911 e il 1945, selezionati sulla base di criteri che saranno illustrati con dovizia di dettagli nel primo capitolo della seconda parte del lavoro, dedicata appunto all’analisi testuale dei romanzi. Un lavoro di tale genere, per essere coerente e affidabile, non poteva infatti che prevedere un rapporto costante, stretto e rigoroso con i testi, e un’analisi ravvicinata dei singoli volumi. La parte intitolata Testi, organizzata in quattro capitoli, è quindi dedicata ad alcuni casi studio attraverso la lettura e la rilettura di una selezione di romanzi di tre autrici italiane, Annie Vivanti, Mura e Luciana Peverelli. [...]
Dopo avere analizzato i romanzi e avere, di fatto, isolato le questioni principali ai fini della ricerca, la terza e ultima sezione del lavoro, intitolata Topiche, raccoglie alcuni brevi focus–annotazioni e spunti di riflessione per ricerche future –sui temi ricorrenti che, stabili in tutte le opere, contribuiscono a documentare l’esistenza di un sottogenere all’interno del genere rosa, e a riconoscere anche in questa “paraletteratura” romantica tracce di quelle autonarrazioni identitarie della nazione che attraversano l’intera tradizione letteraria nazionale. In particolare, si tratta di tre tematiche cruciali e legate dei romanzi del corpus: il topos dello straniero, fondamentale in virtù delle coordinate spazio-temporali che inquadrano le vicende narrate ma anche delle stesse trame romanzesche; l’importanza della lingua italiana nei processi di costruzione nazionale, e d’altro canto dell’incontro-scontro con altri idiomi come segno di un inequivocabile dualismo; e infine la centralità assoluta, forse ancora più dell’amore romantico, della maternità, somma forma d’amore e fine ultimo di qualsiasi percorso formativo “femminile”. (6-8)